Chiesa di Santa Maria a Mare

Descrizione

Chiesa di Santa Maria a mare

Dove

Indirizzo: Via dell'Annunziata Incrocio SS. 16, 64021 Giulianova TE

Modalità di Accesso

Via Annunziata Incrocio SS. 16

Ulteriori informazioni

La chiesa di Santa Maria a Mare è un vero gioiello artistico medievale di Giulianova e si trova nei pressi del cavalcavia che costituisce l’accesso alla città da sud, o da Teramo. Tutta in mattoni, con un bel campanile a vela, venne costruita prima dell’anno Mille in una posizione insolita, sulla piana tra la costa e la collina lontano dal centro abitato dell’antica Castel San Flaviano, la Giulianova dell’epoca. Si pensa fosse collegata ad un punto di sosta per i viandanti che dall’interno si recavano sul mare per cercare imbarchi. Fu modificata più volte, di sicuro attorno al XII secolo, e alla fine del 1200 il vescovo affidò la realizzazione di un nuovo portale a una bottega di scalpellini, forte evidentemente di qualche bravo maestro a giudicare dal risultato. Alcuni hanno immaginato che qui avesse lavorato Raimondo del Podio, mastro scalpellino ed architetto divenuto famoso perché autore dei portali della cattedrale di Atri, ma è una ipotesi tanto suggestiva quanto poco fondata sui fatti. Al contrario, probabilmente la bottega scalpellina di Giulianova costruì poi il portale della chiesa di Colle Romano a Penne, e qui le somiglianze stilistiche sono evidenti. Santa Maria a Mare colpisce il visitatore per il suo portale, nella cui pietra sono cesellati una bellissima Madonna con Bambino contornata da animali, figure e oggetti dal significato simbolico: si distinguono infatti un’aquila ed un falco, una salamandra, una colomba, un essere mostruoso. Due leoni guardano maestosi il visitatore dai due lati del portale, uno con un libro, l’altro in lotta con un serpente. Osservando il sottoarco giunge la sorpresa: si scoprono infatti le 18 formelle di pietra che recano scolpite figure enigmatiche, volti e simboli. Difficile dire cosa narrino; di certo una storia scritta per segni, un percorso che si snoda attraverso simboli antichi, forse una rappresentazione delle fasi dello zodiaco, delle stagioni e dell’alternarsi tra la notte e il giorno con il percorso del sole tra aurora, alba, luce, tramonto, crepuscolo e buio. Tra esse alcune colpiscono la fantasia più di altre.
Un uomo mostra le parti intime: una decorazione simile si segnala sul portale del duomo di Parma, opera del maestro Benedetto Antelami. Potrebbe simboleggiare l’inizio di un nuovo ciclo.
Chiesa Santa Maria a Mare
Un guerriero a cavallo calpesta il drago: raffigurazione classica di San Giorgio o dell’arcangelo Michele. Il cavaliere è spesso usato come simbolo dell’uomo teso verso grandi sfide e grandi ideali, qui forse a identificare la forza della primavera.
Un re che nutre delle colombe: collocata dopo alcune teste umane e una doppia stella a 12 punte, potrebbe rappresentare il possessore di conoscenza che dona il proprio sapere e quindi la vita stessa; forse uní allegoria dell’estate.
Un uomo cavalca un drago: pur se mancante di una sezione inferiore che poteva contenere una raffigurazione del mare, la formella dovrebbe rappresentare il passaggio metaforico dal buio alla luce.
Un giovane che ride su una maschera: segue la figura del giovane, forse un eroe. Da alcuni ritenuto una raffigurazione oscena: potrebbe trattarsi di un giovane i cui attributi maschili siano stati cancellati dagli agenti atmosferici. Il che lascerebbe pensare si tratti di una raffigurazione scaramantica come se ne trovano anche in altre chiese, e non solo abruzzesi.
Viso con cappello e lunghi capelli: molto probabilmente il dio Hermes, del quale si hanno rappresentazioni classiche con cappello e lunga chioma. Come tale egli rappresenta la capacità di mediazione. Qui la formella conclude la serie dedicata all’allegoria dell’estate.
Un cavallo: raffigurato con un lungo collo, senza cavaliere, finimenti e briglie, esso richiama la forza degli antichi cavalli della mitologia greca e romana. Qui potrebbe simboleggiare l’inizio dell’autunno, che richiama antichi usi romani che prevedevano il sacrificio di un cavallo compiuto, in vista della imminente semina, per propiziare il futuro raccolto.
Due amanti dietro un paravento ed un vecchio che li osserva: per alcuni si tratta di un atto di adulterio tra la donna ed il suo giovane amante, scoperto dal vecchio marito che impugna un coltello. Per altri è invece l’allegoria di un trio composto dalla regina, dal vecchio re e dall’amante, che altri non sarebbe se non il re da giovane. Seguono poi un grifone alato, animale di fantasia che raffigura il contrasto tra la natura umana e quella divina, una rosa dei venti, simbolo principe della cultura alchemica medievale, e una corona. I pellegrini: intesi come figurazione della condizione terrena dell’uomo, con forti riferimenti ai riti di iniziazione ai quali la formella si richiama per la presenza di un maestro che offre all’altro l’acqua, simbolo della conoscenza. L’acquario chiude infine il percorso simbolico di questo ciclo solare o stagionale iniziato con l’Ariete. L’acquario chiude infine il percorso simbolico di questo ciclo solare o stagionale iniziato con l’Ariete.

Ultimo aggiornamento

Ven 16 Maggio, 2025 11:14 am

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